Real Estate

Creare sogni
che producono risultati

di Guido Poli
2020

“Comunicare sogni realizzabili” è la missione di tutta la comunicazione commerciale ben fatta.

Ogni settore di mercato ha poi le sue regole per raccontare il proprio “sogno”: i prodotti tecnologici hanno i loro racconti, le automobili hanno un linguaggio specifico, l’alta moda ha le sue regole peculiari di comunicazione e così via.

In ogni caso quello che un buon comunicatore ogni volta fa è, a ben vedere, sempre la stessa cosa.
Perché, per coinvolgere il pubblico, la comunicazione deve ogni volta:

  1. Suscitare attenzione: cioè agganciare, nel rumore di fondo e nella fretta in cui viviamo, l’attenzione di chi ascolta anche solo per un attimo.
  2. Intercettare un interesse specifico: cioè proporre un tema reale per il pubblico, per coinvolgerlo su qualcosa di rilevante per la sua vita.
  3. Attivare un “desiderio”: cioè parlare alla parte emozionale delle persone (oltre che a quella razionale) cioè quella parte che muove la nostra energia profonda, sia conscia che inconscia.
  4. Spingere all'azione: come conseguenza dei punti precedenti, chi mi ascolta deve provare l’impulso ad agire (anche fare una piccolissima cosa). Perché non c’è comunicazione efficace senza l’influenzamento di un comportamento.

Il processo appena descritto risulta piuttosto complesso quando si parla di comunicazione per il Real Estate: un mondo molto specialistico in cui la comunicazione verso i clienti è stata fatta tradizionalmente con i disegni tecnici degli architetti (ben poco “suggestiva”). A cui si è aggiunto poi l’uso dei rendering, cioè tecniche di rappresentazione tridimensionale: ma si tratta pur sempre di una tecnica “generalista” (perché usata da tanti altri settori) e sviluppata da visual designer senza una specifica preparazione nel Real Estate e, quindi, incapaci di valorizzare i contenuti tecnici di un progetto. Per questo i risultati finali sono sempre stati modesti.

Finally, to add some charm and have a positive impact on communications, we tried working with communication agencies, “specialists” of emotional communication. In this situation as well we encountered a problem: the traditional advertising agencies lack the “sector culture” needed to create an effective communication, the culture necessary to study, interpret and exhibit the technical content of a project. The developer-client typically tries to fill this gap with long explanations, a sort of “training in progress” for their communication consultant.

A training that will never be enough, resulting in time lost for the client. Not to mention that the result is never satisfactory…

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